La parmigiana

La parmigiana (ANTONIO PIETRANGELI, 1963)

Con Nino Manfredi, Catherine Spaak, Lando Buzzanca, Didi Perego, Salvo Randone

 

Genere Commedia - ITA, 1963, durata 95'

 

Scelto come primo film per la Rassegna

"Riscoprire Pietrangeli" da Pasquino Fadda.

 

Presentato e discusso martedì 12 febbraio 2019

 RISCOPRIRE PIETRANGELI, il regista che amava le donne.

La Parmigiana: un ritratto femminile contemporaneo

Recensione su mymovies.it di Matteo De Chiara

Ritratto femminile di un'intensità struggente e descrizione al vetriolo dell'ipocrita società italiana del boom economico (ma quanto rassomiglia al Paese contemporaneo) La Parmigiana ha lasciato un segno minimale nella galleria della cosiddetta commedia all'italiana dell'epoca, ma dovrebbe essere preso d'esempio (e magari studiato) dai produttori e i cineasti nostrani che pretendono di voler raccontare l'Italia di oggi (senza riuscire neppure a sfiorarne l'essenza di ipocrita qualunquismo e di inettitudine antropologica che sono segni indelebili del nostro DNA, più che esempi di malcostume).

Così nella vicenda di Dora (una fulgida Spaak), adolescente orfana cresciuta in fretta e concupita da una quantità di uomini pusillanimi (maschere deformi dell'inettitudine borghese), Pietrangeli, da cineasta di grande valore, traccia una radiografia delle pulsioni e l'ipocrisia di una società in grado di mostrare solo il suo volto peggiore. Si passa dal seminarista tentennate al livido guardone, dall'industriale ripugnante all'insoddisfatto convivente di mezza età fino ad arrivare al pubblicitario inetto (caratterizzato da un Manfredi inarrivabile). Ma in questo quadro in disfacimento le figure femminili non rappresentano una sponda migliore, come dimostra la madrina Didi Perego pronta a impartire lezioni di buon vivere alla protagonista, che ha il torto di essere sincera in un contesto che sembra ammettere solo la simulazione e i commenti al vetriolo sussurrati a denti stretti. Così Dora finisce con l'essere una sorta di Alice nel paese degli orrori, una pulsante e vitale figlia di un'epoca dove si possono sfruttare solo le doti che si possiedono per tentare di garantirsi la sopravvivenza (come suggerisce il finale).

A Pietrageli va il merito di avere catturato l'essenza della sua protagonista, il pallido ribellismo frustrato da una dilagante falsità sociale, rendendola così vicina, per solitudine e intensità, alla Adriana di Io la conoscevo bene. Regista di una sensibilità virata al femminile, Pietrangeli ha diretto pochi film memorabili, quasi tutti intrisi di umori velenosi e raggelanti, dove le risate si tingono di tristezza e l'efficacia della narrazione va di pari passo con l'abilità drammaturgica nel tratteggiare personaggi così veri e contemporanei. L'Italia è quella del suo cinema, o quella del cinema surreale e anticipatore di Petri, non l'artificioso e del tutto inattendibile fondale mostrato dagli sfatti simulacri farseschi che continuano ad affacciarsi nelle nostre sale.

Ruoli societari scelti e ruoli imposti - di Stefano Capasso

Dopo la scoperta del sesso insieme ad un giovane seminarista, per Dora, giovane ragazza parmigiana, comincia una lunga collezione di avventure che sono al limite della prostituzione. Un giovane carabiniere siciliano si innamora di lei, e pur venuto a conoscenza dei trascorsi di Dora decide di sposarla lo stesso. Ma per la ragazza quella vita non è desiderabile.

Storia che alterna il presente al flashback, e allo stesso tempo due immagini diverse, almeno in pubblico della ragazza. Il tema è quello caro a Pietrangeli, il cambiamento della figura femminile negli anni del boom, che suo malgrado si trova costretta nel ruolo della prostituta da uomini che loro malgrado non riescono a smettere di adoperarsi per trarne profitto. Tutti appaiono vittime e carnefici di questo gioco di potere basato sulla sessualità, condotto alternativamente dall’uomo e dalla donna, e che alla fine non vede nessuno vittorioso. Film molto bello, che nello schema narrativo comincia a prefigurare quello che sarà lo schema di “Io La Conoscevo Bene”,  uscito due anni dopo.