C'era una volta un regista

C’era una volta Sergio Leone, autore che amava narrare storie epiche ed emozionare con sguardi e silenzi enfatizzati dalle musiche dell’amico Ennio Morricone, con il quale realizzò un sodalizio artistico perfetto. Sono passati novant’anni dalla sua nascita e in aprile sarà il trentennale dalla sua scomparsa. 
Per questi anniversari, l’Associazione Culturale Band Apart di Oristano gli dedica la rassegna: "C’era una volta un regista. Ricordando Sergio Leone", che potrà contare su due appuntamenti:

il 19 marzo, con la proiezione del documentario I sogni nel mirino (2002) di Luca Morsella,

mentre il 26 marzo sarà la volta di Per un pugno di dollari (1964), film con il quale Leone propone la sua personale visione del western, fatta di realismo e innovazioni stilistiche, rivisitando un genere che in quegli anni sembrava ormai giunto ai titoli di coda.

I due appuntamenti saranno curati da Paolo Licheri, Vi aspettiamo, come di consueto in Via Canalis 10 alle ore 20:30.

Locandina Rassegna Ricordando Sergio Leone - Grafica di Gianni Mameli
Locandina Rassegna "Ricordando Sergio Leone" - Grafica di Gianni Mameli

 
Per chi volesse approfondire la figura di Sergio Leone, ecco alcuni titoli utili:
 
Francesco Mininni, Sergio Leone, Il Castoro, Milano, 1994 (II ed.) [Presente al Centro Servizi Culturali, coll.: Cinema Regia 288].
Marcello Garofalo, Tutto il cinema di Sergio Leone, Baldini & Castoldi, Milano, 1999 [Presente al Centro Servizi Culturali, coll.: Cinema Regia 5].
Christopher Frayling, Sergio Leone. Danzando con la morte, Il Castoro, Milano, 2002 [Presente al Centro Servizi Culturali, coll.: Cinema Regia 16].
Id., C'era una volta in Italia. Il cinema di Sergio Leone, Cineteca di Bologna, 2014.
Oreste De Fornari, TuttoLeone. I film, i dialoghi, i ricordi, i giudizi, la vita, le immagini, Gremese Editore, Roma, 2018.
Sergio Leone, C'era una volta il cinema. I miei film, la mia vita, a cura di Noël Simsolo, il Saggiatore, Milano, 2018.
Riccardo Rosati, Dalla katana al revolver. Akira Kurosawa e Sergio Leone a confronto, Profondo Rosso, Roma, 2019.
 
Per saperne di più sulla realizzazione di Per un pugno di dollari, il link seguente 
rimanda alla puntata di Stracult dedicata in gran parte al film (a partire dal minuto 14'45").
 
Per accedere è necessario registrarsi (gratuitamente) su Rai Play.

Riscoprire PIETRANGELI

Locandina Rassegna Riscoprire Pietrangeli - Grafica di Gianni Mameli
Locandina Rassegna "Riscoprire Pietrangeli" - Grafica di Gianni Mameli

"Riscroprire PIETRANGELI, il regista che amava le donne".

Antonio Pietrangeli (1919-1968) è molto probabilmente il regista più sottovalutato dell'intera cinematografia italiana del dopoguerra; complice anche la sua prematura morte, egli non ha mai raggiunto la fama per essere reputato un maestro in vita.
Stretto nel paragone tra il cinema militante di Antonioni e Visconti e la commedia di successo di Monicelli e Risi, i suoi film erano considerati leggeri, non impegnati, e al tempo stesso troppo complessi per un pubblico interessato allo svago e all'evasione.
La sua popolarità si è dunque persa nel giro di poco tempo, condannandolo pressoché all'oblio.
Per questo, la nostra Associazione Culturale Cinematografica ha deciso di dedicargli un' intera rassegna, costituita da tre pellicole:
LA PARMIGIANA (1963)
IL MAGNIFICO CORNUTO (1964)
IO LA CONOSCEVO BENE (1965)

Tutti film fondamentali per cogliere la grandezza del suo stile e la sua "poetica delle donne". I ritratti femminili risultano infatti profondi e complessi, unici nel cinema del suo periodo e ancora attuali; lo sguardo libero e solo apparentemente superficiale, (Pietrangeli fu tra i primi a inserire la musica leggera nei suoi film), nasconde in sè, architetture psicologiche di donne indimenticabili. Ma il suo cinema è anche altro: dentro un genere apparentemente innocuo come la commedia, egli ha saputo essere uno dei più lucidi testimoni del declino morale di un Paese travolto da una veloce ascesa economica, attraverso uno sguardo originale, cinico eppure umanissimo. Il suo stile, basato sulla decostruzione della narrazione classica, con frequenti flashback ed ellissi temporali e ricco di preziosi movimenti di macchina fino ad allora inusuali nel nostro cinema, rendono Antonio Pietrangeli un regista modernissimo tutto da "riscoprire", da qui il titolo della rassegna di febbraio del Circolo Band Apart.

Serata Speciale "Attenti a quel duo!"

Band Apart ha il piacere di ospitare Filippo Murgia e Quirico Manunza, autori ed interpreti della web-serie "Attenti a quel duo!"
Serata Speciale
Serata Speciale "ciak, si gira in città!" - Grafica Locandina di Gianni Mameli

STRADE DI NOTTE

Locandina Rassegna Strade di Notte - Grafica di Gianni Mameli
Locandina Rassegna "Strade di Notte" - Grafica di Gianni Mameli

La rassegna "Strade di notte", dedicata al cinema di Walter Hill, aprirà ufficialmente la stagione 2019 della Associazione Band Apart.

Avendo a cuore il cinema di genere non potevamo non omaggiare l'autore che più di altri ha superato e ridisegnato i confini dei generi cinematografici classici (poliziesco, noir, commedia, western, fantascienza) contaminandoli fra di loro in maniera originale e riuscita.

Walter Hill, nato a Long Beach nel 1942, è infatti un solido e stimato regista che, senza abbandonare la tradizione del cinema classico americano, (costanti sono i suoi riferimenti a maestri quali Robert Aldrich e Sam Peckinpah per il quale sceneggiò il film "Getaway!"), ha introdotto nelle sue pellicole la modernità etica e formale del nuovo cinema. Un uso incessante del ritmo, personaggi densi e indimenticabili, geometrica precisione e grande spettacolarità della messa in scena: questi gli elementi dei suoi film, diventati spesso dei "cult" e amati da registi quali Tarantino e Nicolas Winding Refn.

I film che vedremo appartengono alla sua produzione della fine degli anni Settanta ("Driver l'imprendibile" e "I guerrieri della notte") e della metà degli anni Ottanta, quando Hill, infaticabile sperimentatore, anticiperà, con "Strade di fuoco", nuovi linguaggi mutuati dai videoclip, dal musical e dalla televisione. L' ambientazione metropolitana e notturna dei tre film proposti dà il nome alla rassegna, curata da Pasquino Fadda, Gianni Mameli e Raffaele Cannas.

OMAGGIO A BAZIN

Rassegna a cura di Paolo Licheri
Locandina Rassegna "OMAGGIO A BAZIN" - Grafica di Gianni Mameli
Locandina Rassegna "OMAGGIO A BAZIN" - Grafica di Gianni Mameli
Con l’ultimo appuntamento stagionale, Band Apart intende rendere omaggio al grande critico e teorico francese André Bazin, tra i fondatori dei «Cahiers du Cinéma», in occasione del doppio anniversario: i cent’anni dalla nascita e i sessanta dalla scomparsa.

A tal proposito verrà presentato Le Mystère Picasso (1956) di Henri-Georges Clouzot, valido esempio di quel “cinema della realtà” teorizzato dal critico, che Bazin prende in esame in uno degli scritti dedicati al rapporto tra il cinema e le altre arti.  

Documentario atipico, il film di Clouzot elimina ogni elemento biografico, descrittivo, didattico per lasciar spazio al lavoro di Picasso mostrato nel suo svolgersi; a dimostrazione del fatto che, scrive Bazin, per il regista «solo la creazione artistica costituisce l’elemento spettacolare autentico».

Presentato al 9° Festival di Cannes, Le Mystère Picasso ha vinto il Premio Speciale della Giuria.


Per chi volesse approfondire la figura di Bazin il link seguente rimanda a un'autorevole voce enciclopedica su di lui:
 
 
In più, ecco una lista dei suoi scritti pubblicati in italiano:
 
Che cosa è il cinema?, Garzanti, Milano, 1999 (III ed.) [Presente al Centro Servizi Culturali, coll.: Cinema Linguaggio 71]
Orson Welles, Temi, Trento, 2005
Jean Renoir, Mimesis, 2012
Il cinema della crudeltà, Medusa, Milano, 2017
 
Per quanti invece non avessero visto Le Mystère Picasso o per coloro che volessero rivederlo, c'è questo link:
 
 
PS il saggio di Bazin Un film bergsoniano: «Le Mystère Picasso»
si trova nel volume Che cosa è il cinema?, pp. 190-198.

 

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