Il magnifico cornuto

Il magnifico cornuto (ANTONIO PIETRANGELI, 1964)

Con Gian Maria Volonté, Claudia Cardinale, Ugo Tognazzi, Bernard Blier, Salvo Randone

 

Genere Commedia - ITA, 1964, durata 124'

 

Scelto come secondo film per la Rassegna

"Riscoprire Pietrangeli" da Raffaele Cannas.

 

Presentato e discusso martedì 19 febbraio 2019

Si vede quello che si è

Recensione su mymovies.it di Stefano Capasso

Andrea Artusi (Tognazzi), dopo aver sperimentato con un'amante la facilità con cui una moglie può tradire il marito, comincia ad essere assillato dal fatto che anche sua moglie Maria Grazia (Cardinale) possa essergli infedele. La sua ossessione esaspera la donna a tal punto che, pur essendo fedele, rivela al marito il nome del presunto amante. Andrea, furioso, si precipita alla ricerca dell'adultero e rimane ferito in un incidente d'auto. Ricondotto a casa, l'uomo avrà superato la sua ossessione, ma proprio allora la moglie inizierà a tradirlo, intrecciando una relazione con il medico.

L’industriale Andrea Artusi, fabbricante di cappelli, ha una moglie giovane e bella; il loro rapporto sembra filare liscio nella massima fiducia reciproca. Ma quando lui cede alle provocazioni di un’amica e si concede una scappatella, comincia a sospettare che la moglie possa fare altrettanto. Lei d’altra parte è conosciuta per la sua “serietà”, ma questo non aiuta Andrea che anzi trasforma via via i l sospetto in una vera ossessione.

In pieno boom economico Pietrangeli racconta i costumi che cambiano, l’emancipazione della figura femminile e le ossessioni che questo nuovo equilibrio possono provocare nell’uomo. È la donna che ormai conduce esplicitamente i giochi amorosi e l’uomo può solo adattarsi cercando di mantenere al meglio il proprio ruolo ma finendo per perdere l’autonomia. Esplicita la metafora che si vede negli altri quello che si è, Tognazzi comincia a sospettare della moglie, Claudia Cardinale, appena egli stesso tradisce, a ormai da “esperto” coglie segni dappertutto. La risposta in questo caso non può mai venire dall’altro, ma come per Tognazzi, diviene un necessario adattamento alla nuova realtà: esausto, si convince della fedeltà della moglie, proprio quando lei comincia a tradirlo, e da questo momento non dubiterà più.

Film stupendo, agile e rappresentativo di una Brescia, in pieno boom economico, tipicamente oligarchica con scene girate nei salotti della Brescia bene fra nobiltà in declino e il nuovo rampantismo industriale post-bellico pratico e lungimirante. Ammiccamenti fra potere politico ed economico, non distolgono l'attenzione da aspetti che il film evidenzia della società bresciana del periodo, ancora oggi esistente, con vizi e virtù propri. La bella villa con piscina sui Ronchi che domina dall'alto la città ricca ed operosa (dopo le ore 20.00 un pò sonnacchiosa), lussuose automobili e un Gian Maria Volonte con la erre moscia, tipico difetto dell'ambiente radical chic! Poi, oltre ai filobus, sostituiti alla fine degli anni '60 con i più inquinanti autobus, ci pensa l'anziano giardiniere col viso scarno e un pò emaciato a farmi ritornare ragazzino con esclamazioni dialettali in "celtico" puro da sbellicarsi dalle risate (ormai non più in uso ai giorni nostri sostituite da uno slang pan-italico molto più volgare).

Vizi ed ossessioni

Pietrangeli, regista di grande talento che diede molto al cinema italiano, mette in scena nel 1964 una trasposizione della piece Le Cocu Magnifique di Crommelynk,  affidando il ruolo del protagonista a Tognazzi, sempre rampante e pienamente all'altezza e della moglie alla splendida e sensuale Claudia Cardinale, che in questo film si doppia da sola, con la sua voce profonda venata da uno splendido graffiato naturale. La vicenda si svolge nella città di Brescia, opulenta e pigra, ammalata dei mali tipici della società piccolo borghese della provincia italiana. Pettegolezzi, maldicenze, tradimenti ed ipocrisia in ogni dove. Andrea è un piccolo imprenditore rampante con velleità internazionali, seppur costretto a vivere nella routine noiosa della provincia. Un giorno, per evadere dalla noia, coglie al volo un'occasione che si prospetta dinanzi a sè; una donna dell'alta società, sposata ed annoiata, si offre a lui senza indugi di sorta. Quindi tradirà la moglie, sebbene ne sia innamorato e attratto dal suo sensuale candore. Inizierà, da questo momento,  un lungo excursus nei pensieri e nelle fantasie del protagonista, ossessionato dalla paura di esser tradito edall'altra parte, un'immersione nel sostrato socio-familiare della città in cui vivono, in cui come diceva Pirandell "Tutto per bene" è solo una formula idiomatica che nasconde sotterfugi, inganni e tradimenti. Alla fine la paura ed il pensiero condurranno gli eventi nella direzione più temuta dal protagonista. Il tema delle fantasie ossessive dell'uomo sposato verrà ripreso, anni dopo, dallo stesso Tognazzi che dirigerà "Cattivi Pensieri" narrazione con notevoli similitudini, anche se l'impronta erotica è decisamente più marcata. Disamina dei vizi della provincia italiana alla luce dell'ironia e della fustigazione dei costumi. Un'altra piccola perla del grande Pietrangeli.